BRESCIA
Sfida all'ultimo numero per i figli di Pitagora
Più di 200 ragazzi delle superiori si sono cimentati nella Disfida matematica, manifestazione a squadre organizzata dal dipartimento di Matematica e fisica dell'Università Cattolica
[Pubblicato: 28/03/2006]



Divertirsi sfidandosi a suon di figure, numeri e segni. Sembra strano in anni in cui la matematica, soprattutto quella insegnata all'università, è sempre più sfuggita dagli studenti delle scuole superiori. Eppure non è stato così per duecento studenti bresciani, ma non solo, che lo scorso 24 marzo hanno preso parte al Centro Sportivo S. Filippo alla Disfida matematica, la gara a squadre per le scuole superiori organizzata dal dipartimento di Matematica e fisica, in collaborazione col Seminario matematico di Brescia.

E i veri figli di Pitagora (così recitava un cartellone posizionato sugli spalti dai supporters di una scuola) sono risultati sette studenti del liceo Leonardo, già vincitori della precedente edizione, che per un soffio non si sono fatti strappare la coppa dai cugini del liceo Calini. Ora i primi classificati scenderanno in campo alle Olimpiadi nazionali che si terranno verso i primi di maggio a Cesenatico, dove sono previste sia gare individuali che a squadre.
«Ci siamo divertiti», il commento di molti studenti dopo aver affrontato i molteplici quesiti pensati dagli organizzatori e, anche quelli che non sono riusciti ad arrivare in finale, si sono detti soddisfatti della sfida e promettono di ripresentarsi più agguerriti o meglio preparati alla prossima edizione. «Sono esercizi diversi rispetto a quelli che solitamente si fanno in classe - tiene a sottolineare Andrea del liceo scientifico di Rho - qui servono più intuito che competenze, per questo è importante confrontarsi con i compagni di squadra».
 
«La matematica è realmente un gioco di squadra - aggiunge il prof. Alfredo Marzocchi, coordinatore della gara e del progetto Lauree scientifiche per quanto riguarda la matematica -. I ricercatori risolvono problemi confrontandosi. Dobbiamo sfatare l'idea che sia affare da geni: basta ragionare sulla base di un linguaggio condiviso».  «È stato un pomeriggio molto intenso - prosegue Marzocchi - i ragazzi hanno lasciato il campo di gara felicissimi e stremati. Però la loro gioia è stata per noi motivo di grande soddisfazione. La speranza è che questo tipo di gare serva a far riavvicinare i giovani alle materie scientifiche, facendo risollevare l'indice di gradimento». La disfida matematica rientra, infatti, nelle iniziative del progetto Lauree Scientifiche, istituito nel 2005 dal Ministero dell'istruzione e della ricerca scientifica per promuovere questo tipo di studi.
Per un pomeriggio gli studenti si sono sfidati come facevano i matematici nel Cinquecento per dimostrare le proprie intuizioni. È quello che fece il bresciano Niccolò Tartaglia, quando accolse la sfida di Antonio Maria del Fiore che si vantava della propria capacità di risolvere le equazioni cubiche applicando la formula risolutiva che gli aveva svelato Dal Ferro. Fu così organizzata la disfida, un evento pubblico in cui ciascuno degli sfidanti sottoponeva all'altro problemi di vario tipo, depositandoli da un notaio e distribuendoli ai testimoni. Tartaglia risolse tutti i problemi posti da Fiore in due ore, mentre questi non ne risolse alcuno fra quelli posti da Tartaglia; la disfida si concluse dunque con un pieno successo del matematico bresciano. Da qui l'idea di riproporre ancora oggi questa gara da parte del dipartimento di Matematica e fisica, che proprio a Tartaglia è intitolato.

Antonella Olivari